La scienza e il “genere binario”

Mappare il futuro della ricerca al di là del binarismo

Caffè scientifico con Serena Marchesi, Emily Rolley-Parnell, Ana Tanevska, Cecilia Roselli
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Quando 

30 ottobre, ore 18:00

Dove 

Ostello bello
Via Balbi 38

Età consigliata 

Da 16 anni

Tipologia e disciplina 

Caffè scientifico
Scienza e società

  • Cosa
  • Chi
  • Dove
Storicamente, la ricerca in molti campi (psicologia, medicina, scienze sociali) è stata plasmata dalla visione che gli esseri umani si suddividano solo in due forme mutualmente esclusive: donne o uomini. Conosciuta come binarismo di genere, questa prospettiva ha avuto un duplice effetto: da un lato ha fornito terreno fertile per alcune ben note falsità scientifiche (il cervello maschile e quello femminile differiscono significativamente a livello anatomico; esistono due serie distinte e separate di ormoni sessuali, gli androgeni e gli estrogeni, che sono fissi e predeterminati secondo il sesso biologico; uomini e donne sono psicologicamente molto diversi tra loro...); d’altro canto, il binarismo di genere ha influenzato a livello globale lo sviluppo della società civile. Negli ultimi anni, gruppi di ricerca di tutto il mondo hanno iniziato a sfatare molti dei miti e delle falsità legate al binarismo nella scienza e nella società, muovendosi verso un approccio più neutrale. Inclusività e progresso dovrebbero essere parole chiave nel tracciare il nostro futuro, come scopriremo nel corso di questo incontro, durante il quale si affronterà la questione del binarismo di genere da molteplici prospettive: dalle neuroscienze e neuroendocrinologia alla psicologia dello sviluppo, per cercare di identificare potenziali strategie per costruire un ambiente più inclusivo che tenga conto delle differenze, sia all'interno che all'esterno degli istituti di ricerca scientifica.

In collaborazione con

Istituto Italiano di Tecnologia, Edinburgh Centre of Robotics

Serena Marchesi è una studentessa di dottorato che attualmente lavora nell'unità 'Social Cognition in Human Robot Interaction' (S4HRI), coordinata dalla Prof. Agnieszka Wykowska presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova. Si occupa principalmente dei processi sottostanti l'attribuzione dell'intenzione nei robot umanoidi, con particolare attenzione a come i pregiudizi individuali e le differenze culturali influenzino l'interazione uomo-robot, per progettare robot adattati alle attitudini e ai bisogni delle persone.

Emily Rolley-Parnell possiede una laurea in ingegneria robotica (Università di Plymouth), ed è attualmente una studentessa di dottorato e rappresentante degli studenti presso il Centro di Robotica di Edimburgo. In passato si è occupata di robot subacquei bio-ispirati, robot di raccolta dei pomodori e i robot bimanuali teleoperati. Attualmente si occupa dei meccanismi di prensione bio-ispirati, che utilizzano aspetti di Computer Vision, Behavioural Modelling e Robotic Grasping.

Ana Tanevska, ricercatore post-doc presso l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova, con un dottorato in Bioingegneria e Robotica, studia la percezione condivisa tra esseri umani e robot nell'ambito del progetto wHiSPER, finanziato dall'ERC. I principali interessi di ricerca di Ana includono la robotica cognitiva, l'adattamento nell'interazione uomo-robot, e la robotica socialmente assistiva; ha organizzato dibattiti scientifici e tavole rotonde sulla tema del genere e del sesso negli studi scientifici con volontari.

Cecilia Roselli è una studentessa di dottorato che attualmente lavora nell'unità 'Social Cognition in Human Robot Interaction' (S4HRI), coordinata dalla Prof. Agnieszka Wykowska presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova. Si occupa principalmente del controllo percepito dagli esseri umani sulle azioni svolte dei robot umanoidi, e dei fattori che contribuiscono a modulare il controllo percepito. Inoltre, indaga come la familiarità nei confronti dei robot, e la competenza nell’utilizzarli, influenzino la capacità di attribuire loro stati mentali.

Ostello bello
Via Balbi 38