50 anni di studi della transizione neolitica in Europa

Conversazione con Albert Ammerman, Telmo Pievani, Joao Zilhao
Voglio partecipare

Quando 

31 ottobre, ore 18:00

Dove 

Palazzo della Borsa, Sala delle Grida
Via XX Settembre, 44

Età consigliata 

Da 16 anni

Tipologia e disciplina 

Conversazione
Scienze umane, arte e filosofia

  • Cosa
  • Chi
  • Dove
La collaborazione tra Luca Cavalli Sforza e Albert Ammerman, iniziata nel 1970 a Pavia, è all’origine dell’ipotesi di diffusione delle popolazioni del Neolitico, formulata dai due studiosi nel 1984 in base ai risultati di numerosi studi (come ad esempio simulazioni e mappe genetiche) che combinavano tecniche di archeologia e di genetica. Negli ultimi dieci anni un numero crescente di prove genetiche dirette ha confermato questa ipotesi: gli studi recenti hanno ricostruito le linee di diffusione marittima dei pionieri neolitici a partire dalle coste del Vicino Oriente e da Cipro intorno al 9000 a.C. e misurato una sorprendente velocità di avanzamento delle comunità di agricoltori, in particolare nel Mediterraneo occidentale. Secondo alcuni modelli questi gruppi, che comprendevano solo una parte delle comunità di origine, avanzarono per alcune centinaia di chilometri ad ogni generazione trasferendo, a bordo di imbarcazioni, un bagaglio di specie vegetali e animali addomesticate, di tecnologie e competenze tali da rendere possibile le coltivazioni in aree lontane. La costante avanzata della prima linea dei pionieri, organizzati nell’unità di produzione e consumo costituita dalla “famiglia” (household), avveniva in una sorta di “zona di frontiera”. Nell’incontro conosceremo i pionieri neolitici, i loro usi e costumi, e lo loro rotte di navigazione nel Mediterraneo.

In collaborazione con

Museo di Archeologia Ligure

Albert Ammerman è professore della Colgate University (Anthropology and Classics), è stato docente in università USA, italiane ed europee. Autore di ricerche fondamentali nel campo dell’archeologia ambientale in aree tra le più importanti del Mediterraneo (Roma,Venezia, Paestum e Atene).Il suo lavoro con Cavalli Sforza dal ‘70 ha unito, in modo duraturo, archeologia e genetica delle popolazioni umane come campo di ricerca interdisciplinare.

Telmo Pievani, docente presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova (Filosofia delle Scienze Biologiche); è Delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dell’Università degli studi di Padova e Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Socio di diverse società scientifiche, è anche un divulgatore scientifico molto attivo: ha scritto diversi libri, collabora con riviste online e cartacee, ed è Direttore di Pikaia e de Il Bo LIve.

Joao Zilhao,  professore e ricercatore dell'Institució Catalana de Recerca i Estudis Avançats (ICREA) presso l'Universitat de Barcelona.  Precedentemente ha insegnato all'Università di Bristol e Lisbona, di Parigi e Bordeaux. Nominato nel gennaio 1996 dal governo portoghese per istituire il Parco Archeologico della Valle di Côa, coordinare la ricerca scientifica per stabilire l'età dell'arte rupestre paleolitica presente e preparare la candidatura del sito per lo status di Patrimonio Mondiale (data di inserimento dicembre 1998). Ha creato e diretto l'Instituto Português de Arqueologia (IPA), un dipartimento del Ministero della Cultura per la supervisione dell'attività archeologica nel Paese. 

Palazzo della Borsa, Sala delle Grida
Via XX Settembre, 44